Il piccolo libro del jujitsu aziendale by Riccardo Caselli

Il piccolo libro del jujitsu aziendale by Riccardo Caselli

autore:Riccardo Caselli [Caselli, Riccardo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2019-07-28T12:00:00+00:00


Dicerie, traditori e sabotatori

UNA storia vecchia quanto l’uomo. Ogni aggregato sociale finisce con l’avere almeno un traditore o un sabotatore, che in silenzio attende il momento opportuno per portare a termine il suo piano. È un tema ricorrente dalle antiche scritture ai film di Hollywood: persino Gesù Cristo fu tradito da Giuda, uno degli apostoli. Che il tuo gruppo di lavoro sia grande o piccolo, alla fine incontrerai almeno uno di questi personaggi. Traditori e sabotatori di solito danneggiano e azzoppano gli altri per pura disposizione interiore: semplicemente vedono tutti quelli intorno a loro come dei concorrenti e colgono ogni occasione per danneggiarli.

Rustyn era un vecchio dirigente che costava all’azienda un sacco di soldi e passava la maggior parte del tempo a diffondere la sua tossicità in tutto l’ufficio, senza apportare alcun valore. I giochi di potere erano il suo pane quotidiano: un vecchio relitto del precedente organigramma che qualcuno ai vertici non aveva il coraggio di silurare, forse perché, come spesso capita nel mondo corporate, negli anni poteva essere venuto a conoscenza di qualche scheletro nell’armadio, o essersi persino prestato come firmatario; quindi era stato lasciato lì, strapagato e senza una funzione sostanziale.

All’epoca stavo per essere promosso, così lui deve aver pensato che la promozione avrebbe fatto di me un concorrente. In realtà non lo ero, e anche se una remota possibilità di ristrutturazione avrebbe potuto portare a qualche accorpamento di uffici, non ero al momento nella sua stessa divisione. Ma questo non aveva importanza, perché Rustyn vedeva l’ascesa di chiunque come una potenziale minaccia. Secondo la sua logica distorta, liberarsi di altri senior manager o impedire che ne venissero nominati di nuovi significava allungarsi la vita in azienda.

Un mese prima della performance evaluation e della salary review, Rustyn incontrò il Global Head of HR durante un viaggio al quartier generale dell’organizzazione, e disse di me tre cose: che tenevo la scrivania spesso in disordine, che arrivavo in ufficio tardi e che non mi vedeva impegnato su progetti particolarmente significativi. Immagina per un istante: lavori duramente per anni, superando ostacoli, persone che si mettono di traverso e inghippi di ogni natura per portare a termine i progetti, finalmente stai per essere promosso a una posizione apicale e in tre minuti questo tizio prova a distruggere tutto quello che hai fatto attraverso menzogne e falsità.

Capisci adesso l’importanza del jujitsu aziendale? Ci vogliono anni per costruire una torre, ma basta un minuto per abbatterla. Se non impari a difenderti dagli attacchi politici, tutto il tuo lavoro rischia di finire alle ortiche.

Fortunatamente, proprio grazie alla pratica del jujitsu aziendale mi ero messo in una posizione tale che non poteva abbattermi così facilmente. Il Global Head of HR fissò una chiamata per discutere di questi commenti. Era molto calmo. «Ciao Riccardo, la sola ragione per cui te lo dico è perché penso sia importante avere un dialogo aperto. A volte è utile gestire le percezioni di chi ci circonda, quindi ti riporto quanto detto, ma ti chiedo di mantenere la confidenzialità e soprattutto di non nutrire animosità verso la persona che mi ha fatto questi rilievi.



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